La parola channel la conoscete tutti. Con il channeling ci si sintonizza su un altro canale, che è quello del cielo.

Alziamo le vibrazioni e per magia arrivano delle parole, dei suoni, delle immagini da dentro, che spesso ci chiediamo da dove provengano. Non ti è mai capitato di avere una vocina che improvvisamente spunta e ti sussurra qualcosa? Sei stato sempre abituato a chiamarlo intuito, e in effetti quello è, ma da dove proviene realmente? Da qualcosa che hai dentro, perché ci crediate o meno, tutti, ma davvero tutti, siamo capaci di canalizzare . Ero la prima a dubitare di questo, infatti dopo il primo corso a giugno ho chiuso il quaderno dicendo “impossibile, mi sto inventando tutto”. La mia anima gemella di Accademia, di fronte alla mia enorme resistenza, mi disse “chiedi un segno se non ci credi”. 
Quella sera, prima di andare a dormire, ho detto mentalmente “va beh, se davvero è reale domani voglio vedere una tartaruga marina.”
Non sto ad elencarvi tutte le situazioni, ma il giorno dopo ne ho viste quattro. Li ho capito che era arrivato il momento di arrendermi.

Di accettare che esiste qualcosa più grande di noi, che semplicemente abita dentro ognuno di noi.
E nel corso dei mesi ho avuto altri milioni di prove. 

Il channeling è un talento animico antichissimo, e come tutti i talenti va attivato e soprattutto coltivato. Si scrivono a mano pagine e pagine, tutti i giorni, fino a che sei in grado di sentire, vedere, percepire un po’ di più. 
 
Ognuno di noi ha una guida, che ci da una mano nei momenti più inaspettati. 
Attraverso l’accademia, abbiamo imparato a come contattare le nostre guide e quelle degli altri. 

Ma la cosa che più ho imparato, nei momenti di difficoltà, è che per me il channeling è una coccola. Un messaggio inaspettato che ti emoziona e ti fa capire che esiste una strada se ti ritrovi al buio. Il channeling è un regalo, un grande regalo.